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Amari, Michele.

Uomo politico, storico e orientalista italiano. Iniziò la carriera burocratica nel Regno di Napoli dove rimase fino al 1842, quando venne allontanato per le idee politiche esposte in Un periodo delle istorie siciliane del secolo XIII (poi ripubblicato nel 1843 col titolo La guerra del Vespro siciliano), l'opera a cui maggiormente è legata la sua fama. L'autore intendeva dimostrare, all'interno di una narrazione storica, che i Vespri Siciliani non erano stati il risultato di congiure e intrighi meschini, ma costituivano invece una spontanea rivolta popolare. Il Governo napoletano, colpito in pieno da un contenuto così dichiaratamente antiborbonico, reagì immediatamente e costrinse l'autore a recarsi in esilio a Parigi. Qui A. si dedicò agli studi storici, approfondendo soprattutto il periodo legato alla dominazione musulmana in Sicilia. Dopo la rivoluzione del '48, fece ritorno in patria e, per un breve periodo, ricoprì anche la carica di ministro delle Finanze. Mandato in missione a Parigi e a Londra, caduto il regime rivoluzionario non poté più fare ritorno in patria e fu costretto a rifugiarsi nuovamente a Parigi. A questo periodo risalgono la pubblicazione della traduzione della Biblioteca arabo-sicula (1857), la continuazione della Storia dei Musulmani di Sicilia già iniziata nel 1854 e poi pubblicata nel 1872, e gli studi sulle epigrafi arabe edito col titolo Le epigrafi arabiche in Sicilia (1875). In contatto con Mazzini, A. si discostò dal suo pensiero per alcuni obiettivi di natura politica: Mazzini aspirava a liberare completamente la Sicilia dai Borboni mentre A. si sentiva più vicino al federalismo di Cattaneo. Nel 1859 A. poté fare ritorno in Italia e si dedicò all'insegnamento dell'arabo, prima a Pisa e poi a Firenze. Nel 1860, alla proclamazione del Regno d'Italia, fu nominato senatore e ministro dell'Istruzione, carica che mantenne fino al 1864, quando ottenne la nomina a ministro dei Lavori Pubblici e successivamente quella a ministro degli Esteri. Ritiratosi dalla vita politica, si dedicò all'insegnamento all'Istituto di studi superiori di Firenze (Palermo 1806 - Firenze 1889).